Sei un giovane linguista e ti piacerebbe iniziare a collaborare con noi? Oppure hai già anni di esperienza sulle spalle e sei interessato a nuove sfide? In ogni caso, ecco qualche consiglio per entrare a far parte del team di un'agenzia di traduzione
La candidatura spontanea
Partiamo dal primo step, ovvero quello della candidatura. Se la tua candidatura è spontanea, cerca di personalizzare la tua mail: per chi è responsabile delle risorse umane non c’è niente di peggio che trovarsi la casella di posta invasa ogni giorno da decine di email che non vengono adattate al ricevente. Ad esempio, evita il vecchio Sir/Madam, si può essere cortesi senza essere troppo formali! Inoltre cerca d'inserire il nome dell’agenzia per cui ti candidi nel testo della mail, questo farà capire a chi legge che hai speso tempo per informarti e metterà la tua candidatura sotto una luce ben diversa. L’ideale sarebbe fare ricerca, individuare la persona che si occupa di recruiting e citarne il nome. In ogni caso, vale sempre questa regola generale: se l’agenzia per cui ti candidi si occupa di traduzioni mediche e tu invece sei specializzato in viaggi, probabilmente è meglio evitare di inviare la candidatura.
Rispondere a un annuncio
Se ti candidi per rispondere a un preciso annuncio, la personalizzazione del testo della mail è ancora più importante. Se l’annuncio richiede esperienza in un certo settore, ad esempio, è bene inserire due righe in proposito e controllare che tale esperienza si rifletta anche nel CV. Tante volte ci è capitato di ricevere CV che non contenevano l’esperienza richiesta, e in caso di numerose candidature è impossibile contattare tutti i traduttori e richiedere specificazioni in merito. Eventualmente, puoi anche inviare degli esempi di traduzioni che hai fatto in precedenza, sempre restando coerente con la richiesta dell’annuncio. Fai attenzione! Rileggi sempre il corpo dell’email. La tua candidatura è il tuo biglietto da visita e non c’è niente di peggio di un traduttore professionista a cui scappano dei refusi nella sua lettera di presentazione.
Una parentesi sul CV
Apriamo una piccola parentesi sul Curriculum Vitae. In generale, un buon CV non deve essere mai troppo lungo, ma deve essere ben strutturato. Deve contenere tutte le informazioni che fanno capire a chi seleziona il personale che tu sei la persona giusta. Nel CV di un traduttore non possono mancare le combinazioni linguistiche (sembra banale, ma ne riceviamo tanti senza!), i settori di specializzazione, altre collaborazioni o esperienze lavorative nel settore della traduzione, oltre alla formazione. Anche la forma è importante. L’epoca del CV di Europass è passata, oggi è meglio creare da zero un CV che sia accattivante anche graficamente. Non serve essere designer, basterà partire dalle decine di modelli per CV che si possono trovare in rete o in programmi come Word di Office.
Test sì o no?
Ora passiamo allo step successivo: diciamo che il tuo CV è molto interessante, che la tua mail era gentile e completa e che quindi c’è interesse nell’iniziare una conversazione per una futura collaborazione. Una delle prime cose che ti sarà chiesto di fare è di completare un test. Lo sappiamo, sull’argomento ci sono pareri contrastati: c’è chi in assoluto si rifiuta di fare un test e c’è chi comprende la necessità di un’agenzia di conoscere meglio chi si trova davanti (o meglio dall’altra parte del computer!) e dà piena disponibilità allo svolgimento del test. Nel nostro caso, si parla di testi molto brevi, tra le 250 e le 400 parole, niente che un traduttore professionista esperto del settore come sostiene, non riesca a gestire in brevissimo tempo. Di regola, cerchiamo sempre di dare un feedback sull’esito del test, quando è possibile. È un modo per far vedere la propria buona volontà e per dimostrare le proprie competenze. Se sei stanco di fare test, è possibile che tu abbia mandato troppe candidature. Forse hai contattato agenzie che in fin dei conti non ti interessano davvero, o magari specializzate in un settore diverso dal tuo?
Spesso si tende a sottovalutare il lavoro con un’agenzia, temendo di diventare solo uno dei tanti, quasi un numero. Invece, è vero il contrario: curando il rapporto umano che si instaura con i project manager e offrendo competenza e professionalità, arrivando a tradurre su base settimanale se non addirittura giornaliera, si diventa un vero e proprio punto di riferimento. Inoltre, non dimentichiamo che lavorare con un’agenzia significa non dover cercare clienti finali da soli, avere a disposizione strumenti come i cat tool (e tutte le memorie e i glossari che contengono) e ricevere file già pronti per la traduzione. Insomma, si collabora insieme per ottenere un solo risultato: traduzioni a regola d’arte!